martedì 23 giugno 2009

1851: gli anni prima della rivoluzione


Prima di partire alla volta di Londra e del Crystal Palace per Esposizione Universale del 1851, il giornale l’ Opinion Publique invitava i suoi lettori a recarsi ad osservare la toeletta della duchessa di Parma con le seguenti parole: “Immaginate un girello fine, delicato, grazioso come il vostro braccialetto, come la vostra spilla, come il vostro anello, ma grande come una carrozza; immaginate quest’immenso gioiello coperto di rami e di foglie, di fiori, di figue, di uccelli, d’inscrizioni, di emblemi di ogni sorta; aggiungete a tutto ciò quello che l’immaginazione più libera può inventare inspirandosi alla natura, tutto ciò che l’arte e la ragione possono sognare se un cuore e guida, quando l’intelligenza le conduce; allora non avrete ancora che un’idea imperfetta della toeletta che le dame di Francia offriranno a Sua Altezza Reale la Duchessa di Parma”.
L’opera giunta a Parma nel 1851 e custodita oggi presso il Musée d’Orsay è il dono che le dame legittimiste di Francia offrivano alla nobildonna loro compatriota. Sorprende l’ironia del dono pervaso di un senso mondano e plutocratico: l’esposizione nel tempio del mercantilismo internazionale, il comunicato stampa che ne accompagna il lancio, il libro di corredo in cui vengono nominate famiglie che hanno partecipato alla spesa… L’orafo François-Désiré Froment-Meurice, uno dei più stimati gioielleri dell'eclettismo, nasconde però questo sguardo cinico in un trionfo di angeli e fiori, lo ammanta della protezione sacrale delle antiche dame di Francia: Santa Redegonda, Giovanna d’arco, Bianca di Castiglia… crea insomma un apparato fittizio cercando di dissimulare nel mercato moderno un dono antico. Davanti ad una città che da anni ormai rigettava la famiglia ducale, il dono, forse percepito come carico di tensioni, in un’Italia restia a modernizzarsi, deve essere stato un segno evidente di un distacco tra passato e presente. Probabilmente la duchessa avrebbe preferito un corredo maggiormente marziale, capace di rispondere alle esigenze della nuova corte in bilico tra repressioni e bisogno di imporre il suo potere, ma il dono commissionato prima dei tumulti del 1848 doveva possedere ancora la fiducia nel sogno di una restaurazione. Doveva contenere ancora il malessere e la gioia degli anni prima della rivoluzione.

Immagini
1) François-Désiré Froment-Meurice (1802-1855) con la collaborazione dell’architetto Duban, degli scultori Feuchère e Geoffroy-Dechaume, dell’ornatista Liénard, degli smaltatori Sollier, Grisée, Meyer-Heine, Toletta della duchessa di Parma, 1847 circa, Argento parzialmente dorato, rame dorato, smalto dipinto su rame, vetro blu, smeraldi e granati, Cm 42,6 x 35,8 x 27,5© RMN (Musée d'Orsay), René-Gabriel Ojéda
2) Lavori esposti nello stand di Froment-Meurice all’esposizione universale di Parigi, 1849, cm 198x135, © RMN (Musée d'Orsay), Ambroise RICHEBOURG