mercoledì 16 giugno 2010

Se riapre il Piccolo Mondo antico


Un piccolo giardino ricco di glicini e cipressi, immerso nel romanticismo che si respira sulla riva del lago di Porlezza, ramo italiano del lago di Lugano; unasplendida villa perfettamente tenuta che ha mantenuto inalterata l'atmosfera che si respirava ai tempi di Antonio Fogazzaro; piccoli e grandi mobili, libri, miniature, ritratti che regalano raffinatezza a ogni stanza. E poi quelle poesiedel grande scrittore vicentino scritte dietro alle porte, all'interno di cassetti di tavoli e scrivanie…
Villa Fogazzaro di Oria in Valsolda (CO) è un vero e proprio “piccolo mondo antico”, che il marchese Giuseppe (“Boso”) Roi di Vicenza ha destinato nel suo testamento al FAI affinché lo tuteli con la stessa perfezione da lui stesso garantita in tutti questi anni.
Nei prossimi giorni sarà inaugurata dai primi visitatori soci del Fai-Fondo ambiente italiano.
(dal sito FAI)

giovedì 27 maggio 2010

Ritorno del barocco, sul finire del secolo: Hans Makart


Nella sintesi storica che l'Ottocento ha fatto delle epoch
e passat
e, sul finire del secolo viene il momento del gusto barocco. Il neo-barocco sembra essere il gusto che accompagna le Esposizioni Universali, la nascita dei parchi divertimento, ville e palazzi eclettici: ogni paese ripesca nella propria storia seicentesca per scovare gli elementi del potere e della decorazione.
Su questa scia si inserisce l'esperienza del pittore austriaco Hans Markart (1840-1884), tra gli artisti favoriti dall'imperatore Francesco Giuseppe, che pesca a
piene mani nei colori di Van Dyck e Rubens e che crea nel suo studio una wunderkammer per l'incontro della nobiltà asburgica.
Maestro di Klimt, fu in vita un vero personaggio culto della società austriaca, e come un vero maestro barocco progettò arredi interni e scenografi
e per feste (come le nozze d'argento dell'Imperatore), nell'ottica di creare l "opera d'arte totale" (Gesamtkunstwerk)
che influenzerà Wagner.
Immagini:
- i cinque sensi, 1884
- carro per la parata in occasione delle nozze d'argento di Francesco Giuseppe, 1875

martedì 27 aprile 2010

Attivisti ante litteram - partecipazione popolare e segni di azione diretta nell'anticlericalismo italiano


Mi soffermo sul monumento di Piazza Savaoia a Torino. Riporto qui sotto la storia:

Il 18 agosto del 1850 Bottero si fa promotore con Felice Govean, con i deputati Bunico, Bottone, Borella e Josti, di una sottoscrizione per erigere un monumento alle leggi Siccardi, che aboliva il Foro ecclesiastico e il diritto d'asilo. . L'iniziativa intendeva contrastare la reazione clericale sviluppatesi in Piemonte. L'arcivescovo di Torino, monsignor Franzoni, si oppose alla legge tanto da ordinare ai suoi sottoposti di non tenerne conto, e il suo rifiuto a comparire davanti al tribunale ordinario fu la causa che lo portò in galera. Alla sottoscrizione della «Gazzetta del Popolo» aderirono decine di migliaia di elettori e 3 anni dopo, il 4 marzo 1853, il monumento veniva inaugurato in piazza Savoia a Torino. Questa inaugurazione avvenne in un momento molto delicato della vita civile e difendendo le leggi dello Stato, si contribuì a consolidare nei cittadini il rispetto delle leggi.

Tale segno mi porta ad alcune riflessioni:
- l'adesione della cittadinanza ad istanze anticlericali ed un'inasprimento del contrasto con il Papato, dopo gli anni della Repubblica Romana (1849)
- la nascita di movimenti di "attivismo" per sollecitare l'opinione pubblica
- la ricollocazione dei santi sociali torinesi in un contesto di forte contestazoine verso l'istituzione ecclesiastica
- la disposizione di segni e simboli per forgiare politicamente un territorio
- il monumento come momento di educazione della popolazione alla politica

Purtroppo non ho trovato immagini dell'inaugurazione del monumento: l'apparato simbolico della cerimonia, più che il monumento in sé, deve aver svolto il ruolo di importante funzione pedagogica, veicolata attraverso valori estetici che non si possono che chiamare arte.

giovedì 18 marzo 2010

Scuola di Rivara: soggiorno nel Canavese realista


Nella foto: Avondo, Pastoris, D'Andrade, Teia

Questa foto conservata al Castello di Rivara racconta molto della Scuola che a partire dal 1860 rese il piccolo borgo canavesano uno dei più vivaci centri di dibattito artistico della Penisola. La foto ci parla della poetica e dell'immaginario cresciuto attorno a questo cenacolo: non solo escursioni tra le valli del Canavese, del Biellese e della Valle d'Aosta , ma anche ammirazione ed emulazione del grande maestro Courbet.
I soggiorni estivi nel verde canavesano oltre ad offrire ghiotte occasioni di pittura en plein air erano anche momenti per rinsaldare i rapporti tra discipline artistiche (teatro, poesia, arti visive...) e tra dell'intellighenzia piemontese che aveva posto la sede della sua villeggiatura estiva nelle valli alle porte di Torino.
Sul valore di questi soggiorni estivi da un chiaro spunto proprio il maestro Courbet che nel suo "Buongiorno signor Courber" del 1854, conservato al Museo di Montpellier, si rappresenta nell'atto di chiedere il sostegno del collezionista Bruyas per realizzare una sua mostra personale alla prossima Esposizione Universale.

Courbet, "Buongiorno signor Courbet!" , 1854, Museo di Montpellier

sabato 6 febbraio 2010

Un attimo prima del Piacere


La Galleria Sciarra a Roma è considerata il simbolo della Roma "bizantina", quel periodo che verso il finire degli anni 80 dell'Ottocento vede concludersi il disconoscimento degli ideali risorgimentali verso un accentuarsi di una cultura estetizzante fin de siècle. Teminata nel 1888, nello stesso anno in cui esce il "Piacere", rappresenta bene com'era l'Italia negli anni che vedono il passaggio dagli ideali postunitari al decadentismo.

Giuseppe Cellini mescola elementi della pittura pompeiana, etrusca e rinascimentale e quello che ne emerge è un ritratto che mescola tranquillità borghese e mondanità; sulla strada per trasformarsi in Femme Fatale la donna è rappresentata in un misto tra Venere in pelliccia e nobile padrona di casa: la sposa posa in una boutique del centro e passa al ricevimento con ospiti illustri.

Lo spazio della galleria si fa intimo in opposizione alla speculazione urbana della città postunitaria e va riscoprendosi insieme alla moralità cattolica, il fascino del religioso e il gusto per il barbarico ed il naturale, elementi che a partire dal libro di D'Annunzio segneranno una definitiva cesura con la "Terza Roma" e con i monumenti dedicati ai protagonisti del pensiero liberale in spregio del Papa Re.

mercoledì 27 gennaio 2010

Anna o Vittoria?

Un pezzo d'America. Romantica e selvaggia. Questa è la storia dello Stile Queen Anne (lo stile Regina Anna) che spopola in tutti i paesi di lingua anglosassone sul finire del Regno di Vittoria. Improvvisamente territori sconosciuti ed incolti divengono delle piccole Inghilterre quasi fiabesche. L'industria con i suoi legni curvati al vapore permette di costruire in stili flomboyant, decorazioni fantastiche e segrete come pizzi.
La scoperta di questa moda architettonica mi apre un percorso attraverso l'America ottocentesca in cui i suoi molti revival segnano l'inizio di un diverso modo di vivere, ma anche attraverso le fotografie di Frances Benjamin Jhonston detta "Fannie" (foto in alto).
Lo stile Regina Anna si diffonde in Inghilterra in seguito alla pubblicazione di un libro di Norman Shaw con schizzi sull'architettura del 700 inglese (il regno di Anna d'Inghilterra appunto). Tuttavia lo stile ottocentesco in questo caso non può essere per nulla considerato un revival. Il nome serve solo ad evocare un mondo immaginario, aristocratico e romantico. In cui si poteva fare indifferente la regina, la fotografa o la moglie di un petroliere.
Il fascino delle archietetture americane non sta tanto però nelle storie sociali che raccontano, quanto nell'interpretazione completamente nuova di materiali e stili che sradicati dal contesto storico e culturale d'origine, in cui gli elementi architettonici perdono ogni riferimento per lasciare spazio a nuove forme e sensi proprio come il Gotico Carpenter (a cui spero di dedicare presto un post).