domenica 23 agosto 2009

Piazza Tommaseo, Milano: progetto per una città nuova



Piazza Tommaseo a Milano è forse il luogo più significativo per esemplificare il piano di ampliamento promosso dal Piano Regolatore di Cesare Beruto del 1884.
Il palazzo al civico 10, il più antico della piazza, risulta essere presente prima della costruzione del piano regolatore, il che implica che il progetto del Beruto riprendeva precedenti progetti di sviluppo urbano.
In generale la piazza si presenta come esempio di quartiere signorile, capace di rispondere al bisogno di tranquillità e riservatezza dell'alta borghesia postunitaria così come avviene in altre aree di prima periferia residenziale di molte città italiane e nella stessa Milano.
Inoltre Piazza Tommaseo contiene almeno du
e elementi che rendono unico questo luogo nel panorama postunitario meneghino.
Innanzitutto risulta di particolare interesse il parco, costruito seguendo la moda esotica di imitare gli square di Londra che verso la fine dell'Ottocento era andata imponendosi in tutta Europa.
Inoltre la piazza presenta la ricostruzione fedele della Chiesa barocca di Santa Maria Segreta, precedentemente nel centro cittadino e poi ricostruita in questo luogo nel 1924 (bisognerebbe capire se tale idea fosse già prevista dal Beruto) . Si tratta di un progetto di enorme interesse perchè pone il nuovo quartiere in continuità affettiva
con le abitazioni del centro che erano state sostitute da palazzi per le amministrazioni.


lunedì 3 agosto 2009

Influenza di Benvenuto Cellini sull'Eclettismo



Il Mito di Benvenuto Cellini venne a svilupparsi dal 700, ma è nell’Ottocento che raggiunse il suo culmine. Le Memorie di Cellini, dettate alla metà del Cinquecento ma pubblicate solo nel 1728, divennero un testo di riferimento per i Romantici. Goethe ne approntò una traduzione tedesca (1796) e tali memorie influenzarono scrittori come Walter Scott e Alexandre Dumas. «Il soggetto principale», come dice John Pope nella sua edizione delle Memorie del 1949, «è la storia di come, nonostante frustrazioni e delusioni, le ambizioni di questo uomo di genio predestinato vennero, almeno parzialmente, soddisfatte». Questo mito sorprese soprattutto il compositore francese Berlioz, che vide nello sculture toscano una sorta di suo alter ego ante litteram, dedicandogli un’opera.
Dal mito, il passaggio verso l’influenza artistica è breve e lo stile eclettico è un fiorire di citazioni su di lui, guardando il Ganimede al Bargello di Firenze è come se si fosse davanti ad una scultura del vittoriano Alfred Gilbert.

Immagini:
Alfred Gilbert , Commedia e Tragedia, 1891, National Gallery of Scotland, Edimburgo
Benvenuto Cellini, Ganimede, 1545, Museo del Bargello, Firenze